sabato 17 dicembre 2016

Venezuela, cronache di un paese alla fame - il Venerdì di Repubblica

Venezuela, cronache di un paese alla fame
venerdì 16 dicembre 2016
di Giovanni Porzio

Il Venerdì di Repubblica

Blackout elettrici, assalti ai negozi, ospedali al collasso. Resiste soltanto la borsa nera. Reportage da una nazione che galleggiava sul petrolio, e che ora sta rapidamente affondando. 


Caracas. Un Paese in ginocchio. Te ne accorgi appena esci dall'aeroporto e i tassisti cambiano la valuta americana in bolivar: ci vuole uno zaino per contenere i pacchi di banconote freschi di stampa che valgono un biglietto da cento dollari. Carta straccia. Sembra di essere nella Baghdad di Saddam, quando ci voleva una carriola di dinari per saldare il conto dell'albergo. Poi vai al bar e chiedi un caffè. "Si Senor, ma non c'è zucchero". Nemmeno nel mio hotel, niente vino, niente birra, niente insalata. Cibo che scarseggia, stipendi da fame, inflazione alle stelle. Un paese che ha le più vaste riserve di idrocarburi del pianeta sull'orlo della bancarotta. Com'è possibile? 

Quando cala il sole El Silencio, il centro storico di Caracas, sprofonda nel buio. Calle Urdaneta, un tempo scintillante di luci e di boutique, è appena illuminata dalle luci dei semafori e dai fari delle auto. La maggior parte dei lampioni è spenta, pare manchino le lampadine per sostituire quelle rotte. 

Come nella Napoli del dopoguerra di Eduardo De Filippo, il grande business è la borsa nera. La gestiscono i bachaqueros, gli accaparratori. Pagano le donne che fanno la coda per loro, fanno incetta di prodotti e li spacciano a cifre astronomiche.