venerdì 19 aprile 2013

E alla fine si ricontano i voti...

laRepubblica_ 19 aprile 2013

CARACAS - Nel giorno in cui il Venezuela saluta l'insediamento alla presidenza di Nicolas Maduro, sul delfino dello scomparso Hugo Chavez e sui suoi sostenitori la Commissione elettorale rovescia una doccia gelata che lascia l'intero Paese in una bolla in sospensione. L'organismo ha infatti accolto il ricorso dell'avversario del candidato socialista, Henrique Capriles, aprendo dunque al riconteggio dei voti.

I venezuelani avevano votato domenica scorsa e Capriles, sconfitto con uno scarto di appena 265mila voti, meno del 2% del totale, aveva accusato il governo di intimidazioni e irregolarità a favore di Maduro. La Commissione elettorale ha precisato che controllerà i voti elettronici espressi nelle presidenziali del 14 aprile: il 46% dei voti, con il 54% già controllato nella notte elettorale.

Il presidente della Commissione, Tibisay Lucena, ha fatto sapere che saranno controllate 12mila macchine elettorali. Il riconteggio inizierà la settimana prossima al ritmo di 400 macchine controllate al giorno, procedura che durerà circa un mese.

Capriles ha accolto positivamente l'annuncio del Cne, ha accolto la decisione con favore. "Siamo al punto a cui volevamo arrivare - ha affermato il leader dell'opposizione - sappiamo dove sono i problemi". Ovvero, che i brogli vanno cercati proprio tra i voti che verranno riconteggiati.

Non è chiaro se il riconteggio comprenderà anche una verifica incrociata fra i suffragi e i registri dei votanti, come richiesto dallo sconfitto, il cui ricorso puntava a un pieno riconteggio, voto per voto, ipotesi bocciata dalla Corte Suprema, assieme alla richiesta di congelare l'insediamento di Maduro.

Lucena non ha rivelato se il controllo sarà effettuato in questa maniera, ma una portavoce della Commissione, rimasta anonima, ha confermato che l'auditing sarà condotto secondo le modalità indicate da Capriles.

Quanto a Maduro, il suo mandato è iniziato ancor prima dell'insediamento ufficiale di oggi. L'erede di Chavez alla guida dei socialisti ieri era a Lima per un vertice d'emergenza con i leader dell'America Latina centrato proprio sulla crisi innescata dalle presidenziali venezuelane.

In una dichiarazione congiunta rilasciata al termine del meeting, i leader sudamericani hanno invitato "tutti i partiti che hanno preso parte alle elezioni venezuelane a rispettare il risultato ufficiale", accogliendo come "una nota positiva" la decisione della Commissione elettorale sul riconteggio. Successivamente, via Twitter, Nicolas Maduro ha definito il vertice "un grande successo", perché ha confermato "il totale sostegno" del Sudamerica "al popolo e alla democrazia del Venezuela".

In realtà, durante il meeting, Maduro potrebbe avere ricevuto pressioni per la sua accettazione del riconteggio da parte degli altri leader. E pressioni potrebbero essere state operate sul nuovo leader socialista dall'apparato militare venezuelano o da esponenti più moderati del suo partito, in cui Maduro è espressione dell'ala più radicale.

Quanto ai sostenitori di Capriles, l'ottimismo corre sui social network, assieme alla speranza di una riconciliazione nazionale in un Venezuela aspramente diviso, con mezza nazione a dire "basta" al Chavismo senza Chavez.