venerdì 13 febbraio 2009

NOTIZIE DA CARACAS

12 febbraio 2009

L'ultima cinepresa












La Minaccia (www.laminaccia.com) di Luca Bellino e Silvia Luzi è in vendita. In dvd. Il documentario ha fatto il giro del mondo tra festival e proiezioni su diverse Tv, tra cui quella giapponese. In Italia è stato oggetto di un piccolo caso: non è mai stato trasmesso in Rai, che pure ne acquistò i diritti. Io, nel mio piccolo, voglio sottolineare due meriti.

1) Aver ritratto la rivoluzione e il suo rovescio, senza apologie né accuse: aver mischiato gli emigranti del centro-italo alle fatiche del barrio: entrambi Venezuela. Entrambi con pari dignità, pari voce, ma anche colpe. Nel barrio si aspettano la rivoluzione come "tutto e subito", la strada è lunga, la sofferenza, i proiettili, sono l'hic et nunc. Nelle oasi di benessere mancano occhi per vedere, e mani per fare. Si vive l'allegoria del passato, la ripetizione di gesti senza senso, vuota e flebile ripetitività. L'incomunicabilità è norma, le difficoltà sono anche della cinepresa, che smarrita si interroga...e smarrita rimane. Nessun giudizio di valore, l'inquietudine come unica verità.

2) Lasciatemi sottolineare però la parte su Alò Presidente: un capolavoro, anatomia non del potere, ma del potente. L'Hugo show-man che non si risparmia, ammicca, applaude, e si gode l'applauso con tronfia auto-approvazione. Quando comunica la rivoluzione, Hugo sta dando il senso alla rivoluzione. L'unico senso possibile: che non è la rivoluzione fatta, ma quella narrata. Irripetibile l'opera della cinepresa, che rovista e vede cose lì dove cose non ci sono o non dovrebbero esserci. Chàvez è bello e epico sullo sfondo del Venezuela millenario, quello contadino. E' iconografia di un eroe contemporaneo. Irripetibile.

Piero Armenti

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