di Cesare Zapperi. Corriere della Sera.
Arriva dopo diverse spedizioni in Europa, Russia e Israele. Ma, a ben vedere, il viaggio della minidelegazione del Movimento 5 Stelle in America Latina è come la visita ad un santuario, una sorta di immersione nella mitologia anticapitalista che permea il tessuto connettivo della creatura politica di Beppe Grillo. Certo non può essere un caso che i parlamentari Manlio Di Stefano, Ornella Bertorotta e Vito Petrocelli abbiano preparato le valigie per Argentina e Venezuela proprio nei giorni in cui (il 5 marzo) si celebrava l’anniversario della morte di Hugo Chávez, massimo interprete di quella miscela di marxismo e nazionalismo di sinistra che si tradusse, nei 15 anni della sua presidenza dai metodi forti, in una vera e propria dottrina politica.
Anzi, l’occasione delle manifestazioni in onore del «lider maximo» venezuelano (che nel 2012, nel corso dela malattia che lo avrebbe portato alla morte, i pentastellati napoletani avevano invitato sotto il Vesuvio) è stata propizia per un faccia a faccia con i rappresentanti governativi di diversi Paesi dell’America Latina. A partire dagli emissari dell’Ecuador guidato da quel Rafael Correa che non più tardi di un paio di mesi fa lo stesso Grillo indicava a modello per il coraggio mostrato nel tagliare le unghie alle multinazionali nazionalizzando l’industria del petrolio e per la non meno virile capacità di respingere le richieste di pagamento del debito avanzate dal Fondo monetario internazionale...
di Rossana Miranda. Formiche.
Nonostante il capo del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, a febbraio del 2014 avesse appoggiato con un post le manifestazioni contro il presidente venezuelano Nicolás Maduro, oggi un membro del partito ha risposto positivamente all’invito del regime a visitare il Paese e commemorare il 5 marzo i quattro anni della morte dell’ex presidente Hugo Chávez. “Difficile avere informazioni chiare e precise… I manifestanti si battono per la libertà contro il presidente Maduro che, a detta dell’analista Moises Naim, sta uccidendo il Venezuela. È impopolare e schiaccerà le proteste. Il governo non sa come gestire l’economia e lo ha portato alla catastrofe. Nei negozi non c’è neppure il latte per i bambini. Abbiamo l’inflazione più alta del mondo, distruzione del lavoro e paralisi…”, aveva scritto Grillo. Ma Chávez è libero da responsabilità sulla crisi?
Sul blog (meno seguito) del deputato Manlio Di Stefano, capogruppo M5S nella commissione Affari Esteri della Camera, si legge che è andato a Caracas con Ornella Bertorotta e Vito Petrocelli, vice presidente del Comitato Italiani all’estero. Sono partiti il 2 marzo e si tratterranno in America latina fino all’11 marzo. “Una visita che, naturalmente, si inserisce in una cornice di missioni parlamentari già svolte in diversi Paesi della regione e a cui in passato hanno preso parte esponenti M5S”, si legge nel post.
IL VENEZUELA DI MADURO
Un viaggio più lungo e meno plurale dal punto di vista politico sarà quello del Venezuela. Lì sono previsti “incontri con i rappresentanti delle organizzazioni regionali dell’America latina, come Celac, Unasur, Alba-Tcp, nonché incontri bilaterali con i diversi rappresentanti governativi della regione che arriveranno a Caracas il 5 marzo in occasione dell’anniversario della morte di Hugo Chávez”. Non sono previsti appuntamenti con il Parlamento venezuelano, che ha ricevuto invece i deputati italiani Pier Ferdinando Casini e Renata Bueno a dicembre né con portavoce dell’opposizione venezuelana.
IN DIFESA DELLA SOVRANITÀ
La visita di Di Stefano per commemorare la morte di Chávez – e gli incontri esclusivamente con rappresentanti del governo – ha scatenato le più feroci critiche da parte della comunità di italo-venezuelani in Italia e in Venezuela. Sulla Voce d’Italia, organo di stampa degli italiani in Venezuela, riferiscono le dichiarazioni del deputato pentastellato sull’obiettivo del partito di riportare il rispetto alla “sovranità e l’indipendenza, dello Stato di diritto e dell’autodeterminazione di ogni popolo per la costruzione di un mondo realmente multipolare e che rispetti il diritto alla pace di tutte le popolazioni”. Il quotidiano chiude l’articolo scrivendo: “Non ha precisato (Di Stefano, ndr), però, se nella politica estera del M5s è contemplato anche il rispetto dell’autonomia dei poteri e la difesa delle libertà democratiche, prima fra tutte quella di espressione, che in Italia sono state difese anche e soprattutto nei terribili anni di piombo”.