domenica 17 marzo 2013

William Blum: "Chavez è stato ammazzato. La CIA ha fatto il suo lavoro".

Non c’era nessuno nell’intero Universo che coloro che posseggono e controllano gli “Stati Uniti, Inc.” volessero vedere morto più di Hugo Chavez.

Lui era peggiore di Allende e di Fidel Castro.

Peggiore di ogni altro leader mondiale fuori dal fronte americano, per aver detto apertamente e nel modo più energico possibile cosa sta dietro l’imperialismo USA e la sua crudeltà.
Ripetutamente. Costantemente. Dicendo cose che non ci si aspetterebbe da un capo di stato, alle Nazioni Unite, in un modo scioccante nei confronti di George W. Bush. In tutta l’America Latina, organizzando la regione come dei blocchi contrapposti al potere imperialista degli USA.
Chi mi conosce da più tempo sa che io non sono proprio un teorico cospirazionista. Ma quando qualcuno come Chavez muore alla giovane età di 58 anni non ho dubbi sulle circostanze. Un cancro inarrestabile, infezioni respiratorie incurabili, un infarto improvviso, uno dopo l’altro… Si sa bene che durante la guerra fredda la CIA lavorò diligentemente allo sviluppo di sostanze che erano in grado di uccidere senza lasciare tracce. Mi piacerebbe vedere il governo venezuelano sondare ogni possibile via investigativa per ottenere infine un’autopsia.
Ritornando indietro al dicembre 2011, Chavez, già in cura per il cancro, si domandò: “Sarebbe davvero così strano che abbiano inventato la tecnologia per combattere il cancro e noi non avessimo la possibilità di conoscerla se non tra 50 anni?”. Il presidente venezuelano parlava il giorno dopo che la presidente di sinistra dell’Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, annunciò che le era stato diagnosticato un tumore alla tiroide. Ciò avvenne dopo che altri tre leader di sinistra latinoamericani avevano ricevuto una diagnosi di cancro: il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, quello del Paraguay Fernando Lugo e l’ex presidente del Brasile Luiz Inacio da Silva.
“Evo, prenditi cura di te. Correa, stai attento. Non si può mai sapere”, questo disse Chavez, riferendosi al presidente boliviano, Evo Morales e a Rafael Correa, il presidente dell’Equador, entrambi leader di sinistra.
Chavez disse di aver ricevuto parole di monito da Fidel Castro, anch’egli bersaglio di migliaia di piani di assassinio bizzarri da parte della CIA. “Fidel mi ha sempre detto: Chavez, fa’ attenzione. Questa gente ha sviluppato la tecnologia. Sei troppo indifeso. Fai attenzione a ciò che mangi e a ciò che ti danno da mangiare… un piccolo ago e ti iniettano chissà cosa”.
Quando il vice presidente Nicolas Maduro parlò di un possibile coinvolgimento dell’America nella morte di Chavez, il Capo di Stato americano definì assurda questa illazione.
Diverse organizzazioni USA hanno archiviato un “Atto per la libertà dell’informazione” richiesto dalla CIA, nel quale si domanda per “ogni informazione riguardante piani di avvelenamento o assassinio ai danni del Presidente del Venezuela Hugo Chavez, appena deceduto”.

Io personalmente ritengo che Hugo Chavez sia stato assassinato dagli Stati Uniti. Se la sua morte non fosse indotta, la CIA – che ha tentato di assassinare più di 50 leader stranieri, molti con successo - non starebbe facendo il suo lavoro.

Quando Fidel Castro si ammalò molti anni dopo, i media di opinione americani si accanirono su quante possibilità aveva il sistema socialista cubano di sopravvivere alla sua morte. La stessa congettura è in voga adesso per il Venezuela. La mente Yankee non riesce a comprendere come grandi masse di persone possano uscire dal capitalismo quando gli viene data una buona alternativa. Dev’essere il risultato di un dittatore in grado di manipolare la gente; tutto riposa nell’unico uomo la cui morte ha segnato la fine del processo.