Non c’era nessuno nell’intero Universo che coloro che posseggono e
controllano gli “Stati Uniti, Inc.” volessero vedere morto più di Hugo
Chavez.
Lui era peggiore di Allende e di Fidel Castro.
Peggiore di ogni altro leader mondiale fuori dal fronte americano,
per aver detto apertamente e nel modo più energico possibile cosa sta
dietro l’imperialismo USA e la sua crudeltà.
Ripetutamente. Costantemente. Dicendo cose che non ci si aspetterebbe
da un capo di stato, alle Nazioni Unite, in un modo scioccante nei
confronti di George W. Bush. In tutta l’America Latina, organizzando la
regione come dei blocchi contrapposti al potere imperialista degli USA.
Chi mi conosce da più tempo sa che io non sono proprio un teorico
cospirazionista. Ma quando qualcuno come Chavez muore alla giovane età
di 58 anni non ho dubbi sulle circostanze. Un cancro inarrestabile,
infezioni respiratorie incurabili, un infarto improvviso, uno dopo
l’altro… Si sa bene che durante la guerra fredda la CIA lavorò
diligentemente allo sviluppo di sostanze che erano in grado di uccidere
senza lasciare tracce. Mi piacerebbe vedere il governo venezuelano
sondare ogni possibile via investigativa per ottenere infine
un’autopsia.
Ritornando indietro al dicembre 2011, Chavez, già in cura per il
cancro, si domandò: “Sarebbe davvero così strano che abbiano inventato
la tecnologia per combattere il cancro e noi non avessimo la possibilità
di conoscerla se non tra 50 anni?”. Il presidente venezuelano parlava
il giorno dopo che la presidente di sinistra dell’Argentina, Cristina
Fernandez de Kirchner, annunciò che le era stato diagnosticato un tumore
alla tiroide. Ciò avvenne dopo che altri tre leader di sinistra
latinoamericani avevano ricevuto una diagnosi di cancro: il presidente
del Brasile, Dilma Rousseff, quello del Paraguay Fernando Lugo e l’ex
presidente del Brasile Luiz Inacio da Silva.
“Evo, prenditi cura di te. Correa, stai attento. Non si può mai
sapere”, questo disse Chavez, riferendosi al presidente boliviano, Evo
Morales e a Rafael Correa, il presidente dell’Equador, entrambi leader
di sinistra.
Chavez disse di aver ricevuto parole di monito da Fidel Castro,
anch’egli bersaglio di migliaia di piani di assassinio bizzarri da parte
della CIA. “Fidel mi ha sempre detto: Chavez, fa’ attenzione. Questa
gente ha sviluppato la tecnologia. Sei troppo indifeso. Fai attenzione a
ciò che mangi e a ciò che ti danno da mangiare… un piccolo ago e ti
iniettano chissà cosa”.
Quando il vice presidente Nicolas Maduro parlò di un possibile
coinvolgimento dell’America nella morte di Chavez, il Capo di Stato
americano definì assurda questa illazione.
Diverse organizzazioni USA hanno archiviato un “Atto per la libertà
dell’informazione” richiesto dalla CIA, nel quale si domanda per “ogni
informazione riguardante piani di avvelenamento o assassinio ai danni
del Presidente del Venezuela Hugo Chavez, appena deceduto”.
Io personalmente ritengo che Hugo Chavez sia stato assassinato dagli
Stati Uniti. Se la sua morte non fosse indotta, la CIA – che ha tentato
di assassinare più di 50 leader stranieri, molti con successo - non
starebbe facendo il suo lavoro.
Quando Fidel Castro si ammalò molti anni dopo, i media di opinione
americani si accanirono su quante possibilità aveva il sistema
socialista cubano di sopravvivere alla sua morte. La stessa congettura è
in voga adesso per il Venezuela. La mente Yankee non riesce a
comprendere come grandi masse di persone possano uscire dal capitalismo
quando gli viene data una buona alternativa. Dev’essere il risultato di
un dittatore in grado di manipolare la gente; tutto riposa nell’unico
uomo la cui morte ha segnato la fine del processo.