Il vice-presidente Maduro: «Siamo in una tappa complessa e dura».
Voci di una morte cerebrale: «Quando ha lasciato Cuba non era più vivo».
Voci di una morte cerebrale: «Quando ha lasciato Cuba non era più vivo».
Caracas.
Hugo Chavez, è impegnato in una «battaglia tremenda per la sua
salute e la sua vita» nell’ospedale Militare di Caracas, e la sua
malattia è dovuta al fatto che ha «trascurato la sua salute» per
«consegnarsi con anima e corpo» al suo popolo: lo ha detto il
vicepresidente venezuelano, Nicolas Maduro, in un discorso trasmesso in
diretta dalla tv pubblica. «Adesso siamo in una tappa complessa e dura,
portando avanti il trattamento del nostro comandante in capo, noi
dell’esercito di soldati e patrioti bolivariani, e l’intero popolo», ha
dichiarato Maduro.
Il vicepresidente venezuelano ha aggiunto che Chavez - che lo scorso
11 dicembre è stato sottoposto alla quarta operazione in 18 mesi contro
il cancro - si è ammalato «perché si è consegnato con anima e corpo, in
modo completo, scordandosi degli obblighi che aveva verso se stesso, per
dare al popolo una Patria». Chavez, 58 anni, è tornato a Caracas dieci
giorni fa, dopo oltre due mesi di ricovero a Cuba, e non è stato visto
in pubblico dallo scorso 10 dicembre: nell’Ospedale Militare ha ricevuto
solo i membri della sua famiglia e i suoi collaboratori più stretti,
fra i quali lo stesso Maduro.
Voci sulla morte cerebrale
Nei giorni scorsi, nel clima di incertezza sulle reali condizioni di
salute di Chavez, erano tornati a diffondersi rumor nella stampa
latinoamericana. Questa volta è stato un diplomatico panamense a
sostenere che il presidente venezuelano sia in realtà morto da quasi
una settimana. «Il presidente si trova in morte cerebrale dallo scorso
31 dicembre e sarebbe stato scollegato dalla macchine che lo tenevano in
vita quattro giorni fa», ha affermato Guillermo Cochez, ex ambasciatore
del Panama presso l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), in una
intervista al canale all news Ntn24.
Cochez non ha identificato la fonte di questa informazione,
limitandosi a indicare che una seconda fonte, all’interno del governo di
Caracas, l’ha confermata e ha chiesto alle autorità venezuelane di
presentare una prova chiara del fatto che Chavez sia ancora vivo.
Secondo Cochez, inoltre, le foto di Chavez mostrate dalle autorità di
Caracas sono false, e il leader «bolivariano» «è stato portato in
Venezuela perché i cubani non volevano che fosse scollegato dal suo
Paese: dal suo ritorno è stato mantenuto in questo stato, e per questo
non lo hanno potuto vedere né il presidente boliviano, Evo Morales, né
quelli di Argentina e Perù, Cristina Fernandez de Kirchner e Ollanta
Humala.
LA STAMPA - 1 marzo 2013