venerdì 27 gennaio 2012

Leopoldo López si ritira dalle primarie. Appoggerà Capriles


Leopoldo López, ex sindaco di Chacao e dirigente di Voluntad Popular, ha ufficializzato il suo ritiro dalle primarie dell’opposizione previste per il 12 febbraio, informano le agenzie internazionali e i giornali locali. Un’altra tappa del cammino di Capriles per presentarsi come candidato unico dell’opposizione contro Hugo Chávez, alle  presidenziali del prossimo 7 ottobre.
Lunedì sera, al termine di un dibattito televisivo tra gli aspiranti candidati dell’opposizione, López aveva detto che avrebbe fatto a breve un annuncio “a favore dell’unità e della speranza del ”. Il comunicato è arrivato martedì: “Oggi Capriles diviene il leader che ci condurrà alla vittoria. Henrique, fratello, lottiamo fianco a fianco. Sarai il prossimo presidente di tutti i venezuelani. Chiunque prima volesse votare per me, voti ora per Capriles”.
Leopoldo López ha annunciato le proprie ambizioni presidenziali nel settembre del 2011, quando la Corte Interamericana de Derechos Humanos aveva sentenziato il ripristino dei suoi diritti politici ribaltando una sanzione amministrati del 2008 che gli impediva di assumere incarichi pubblici fino al 2014. Secondo Globovision, l’episodio avrebbe avuto un forte peso nella decisione di López di “allontanarsi dalle posizioni che contano”.
“Molta gente mi chiedeva: ‘Perché continui se non sei abilitato? Perché vai avanti se il governo alla fine non ti lascerà in pace?’ E io rispondevo: ‘Perché se vogliamo governare il Venezuela, dobbiamo dare una testimonianza di lotta per la conquista dei nostri diritti”, commentava López mesi fa.
“Ci volevano uniti? Ebbene, ora siamo uniti”, la risposta di Capriles al gesto di López.  “Il 12 febbraio – ha poi aggiunto -  inizierà una nuova fase del rinnovamento politico del Venezuela. Non si tratta semplicemente di cambiare una persona, un presidente, bensì di costruire un paese migliore”.
Le campagne elettorali di Capriles e di López, continua Globovison, hanno puntato a “superare il voto duro dell’opposizione, circa 4 milioni di elettori, e a conquistare le simpatie di quanti tradizionalmente seguono Chávez, ma che contestano la sua perpetuazione al potere”. Hugo Chávez è in lizza per il terzo mandato consecutivo.
Ora, con López fuori dai giochi, rimangono in competizione cinque candidati per la leadership della Mesa de La Unidad Democrática, la coalizione d’opposizione composta da una ventina di partiti. Stando ai sondaggi, López era dato terzo in vista delle primarie; Capriles, già dato primo, ha così ulteriormente consolidato il suo primato.
Seguono, in ordine di preferenza, Pablo Pérez, governatore dello Stato petrolifero di Zulia, candidato di Acción Democrática e Copei (Partido Social Cristiano de Venezuela) e delfino di Manuel Rosales, principale avversario di Chávez nelle elezioni presidenziali del 2006. Nel 2009 Rosales abbandonò clandestinamente il paese in seguito ad un procedimento penale per arricchimento illecito, da lui definito “una vendetta politica” di Chávez.
Al terzo posto María Corina Machado, deputata indipendente che nel 2010 ottenne il maggior numero di voti alle elezioni parlamentari. Nelle posizioni basse Diego Arria, ex ambasciatore del Venezuela alle Nazioni Unite, e Pablo Medina, noto dissidente chavista. In due superano di poco il 10% delle preferenze.
Qualunque sia il risultato delle primarie, i candidati si sono impegnati a rispettare il patto di unità dell’opposizione e ad appoggiare il candidato che otterrà più voti. Lunedì, ad eccezione di Arria, hanno sottoscritto tutti il Programa de Gobierno de Unidad Nacional, elaborato da oltre 30 organizzazioni civili. Il documento elenca le linee fondamentali che saranno sviluppate dall’attuale opposizione qualora dovesse vincere le elezioni. Tra le principali, riforme politiche e istituzionali da effettuare tra il 2013 e il 2019; preservare i progressi sociali raggiunti dal chavismo; maggiore trasparenza nella politica petrolifera ed energetica.
Malato di cancro, al presidente del Venezuela Hugo Chávez rimarrebbero tra i 9 e i 12 mesi di vita, ha sostenuto lunedì il quotidiano spagnolo ABC. Negli ultimi giorni i medici gli avrebbero prescritto un’elevata dose di antidolorifici per affrontare i numerosi impegni politici. Il 13 gennaio, ha parlato per oltre 11 ore all’Assemblea Nazionale del paese. Secondo alcuni media, Chávez non si sottoporrà più a trattamenti aggressivi a lungo termine che possano sottrarlo agli appuntamenti pubblici. Fonti mediche vicino al mandatario venezuelano, rimaste anonime, sostengono che “sarà molto difficile che riesca a sopravvivere fino ad ottobre”.

ATLAS, di  26 gen 2012